Nautilus, il programma di informazione e approfondimento scientifico di Rai Cultura, ha dedicato la puntata numero 7 alla stampa 3D.
Il conduttore Luca Perri, astrofisico e divulgatore, la definisce una delle più importanti innovazioni nel settore manifatturiero: una rivoluzione tecnologica e culturale insieme, perché la stampa 3D sta cambiando gli oggetti, le fabbriche e il modo di pensare i processi.
Cosa si può stampare? Quali sono i campi di applicazione?
L’argomento viene approfondito con i principali esponenti della stampa 3D in Italia: gli ingegneri Paolo Bosetti e Matteo Benedetti dell’Università di Trento.
Con la stampa 3D è possibile stampare tutto: case, cibo, tessuti e i campi di applicazione sono infiniti. Creare oggetti complessi difficilmente realizzabili con la tecnologia convenzionale, è molto semplice semplice, riducendo al contempo costi e materiale.
La stampa 3D ha reso democratica la relazione tra creatività e produttività, oggetti nuovi con forme nuove e funzioni nuove diventano prodotti, in tempi rapidi e con meno limiti all’inventiva e all’estro.
Per scoprire come e cosa si può stampare in 3D gli studi televisivi hanno raggiunto il laboratorio ProM Facility, di Polo Meccatronica a Rovereto. Qui vengono svelate le nuove frontiere di questa tecnologia, i campi applicativi e le innumerevoli ricadute tecnologiche, attraverso la voce del direttore del laboratorio, Paolo Gregori.
È in ProM Facility che i prototipi prendono vita. I settori di applicazione emergenti sono: l’automotive, biotecnologie e l’aerospazio, ambiti in cui l’approccio convenzionale della manifattura non è più adeguato.
Quali sono i limiti della stampa 3D?
- le dimensioni: i manufatti possono avere delle dimensioni contenute in un intervallo da qualche millimetro al metro (né troppo piccolo né troppo grande)
- il tipo di materiale: non tutte le plastiche né i materiali metallici sono adatti alla stampa 3D, per esempio sono pochissimi gli acciai che possono essere usati, peccato.
Quali le sfide per il futuro della stampa 3D?
In un futuro prossimo possiamo immaginare la produzione di massa ma customizzata, per esempio stampanti 3D che stampano pezzi per altre macchine 3D.
Nel futuro più lontano si parla di manifattura additiva on space.