Giano, il dio Bifronte
Giano, dal nome del dio romano che aveva il dono di saper leggere il futuro e il passato e che per questo veniva rappresentato con due volti, è costituito da un corpo centrale su cui sono installate due telecamere. Quando la macchina della polizia passa vicino ad un’altra auto, la prima telecamera legge la targa posteriore, mentre la seconda, orientata a 90° rispetto alla sua gemella, legge quella anteriore.
Le immagini delle targhe vengono trasmesse ad un’unità di elaborazione presente all’interno del dispositivo che, grazie all’intelligenza artificiale, è in grado di trasformarle in testo. Da qui vengono inviate, attraverso un modem, alla centrale operativa per venire analizzate. I dati possono essere letti anche in tempo reale da un operatore presente in auto attraverso un’app dedicata e fruibile tramite pc o smartphone.
Il sistema è efficace fino ad una velocità di 50 km/h e permette di analizzare le macchine presenti solo su un lato della careggiata. Per riprendere le targhe da entrambi i lati è necessario quindi utilizzare due Giano contemporaneamente.
Da Verona al Marocco, passando per Rovereto
L’idea è nata a Verona tra le mura della Cooperativa Sociale Onlus Galileo, che lavora per avvicinare disabilità ed information technology.
La prima versione di Giano, che è tuttora in uso dalla Polizia Locale di Verona, era costituita da un software da usare tramite smartphone che permetteva agli agenti, grazie a una semplice fotografia, di acquisire tutti i dati legati a una determinata targa (come bollo, assicurazione e revisione).
Il passo successivo è stato quello di dare un corpo vero e proprio al software e far diventare Giano un dispositivo da installare sul tetto di un’auto in movimento.
Il primo prototipo è stato presentato al convegno nazionale “Le Giornate di Polizia Locale e Sicurezza Urbana” nel centro congressi di Riccione, dove ha attirato l’interesse della polizia marocchina, che ha ordinato sei esemplari. La parte elettronica e di software era già messa a punto, ma il dispositivo doveva essere riprogettato interamente nella sua struttura, per poter rispondere a determinate caratteristiche tecniche (come resistenza al calore e agli agenti atmosferici) difficili da raggiungere.
La cooperativa, su consiglio di Confindustria Verona, si è rivolta quindi all’unico laboratorio italiano che poteva rispondere velocemente e in modo puntuale a questa “call for solutions”: ProM Facility.
Il lavoro, per la cui realizzazione sono state sfruttate tecnologie all’avanguardia quali stampa 3D polimerica, termocamere e taglio laser, è iniziato ad agosto 2020 ed è durato più di due mesi.
Visto il successo in terra africana, ora anche la Polizia Locale di Verona ha deciso di passare alla versione evoluta di Giano e ne ha da poco ordinati tre esemplari.